28 giugno 1914 - 2014
Centenario attentato di Sarajevo
24 maggio 1915 - 2015
Centenario dell'entrata in guerra dell'Italia
Dedicato alla città di Vittorio Veneto
che ha sofferto insieme a tutti gli italiani
le pene e le atrocità della Grande Guerra,
portando in alto , con orgoglio,
il simbolo della Vittoria ed i valori dell'Unità d'Italia.
Testo e musica di Ermete Giovanni Gaeta
arm. Patrizio Paci
TTBB
Testo e musica di Ermete Giovanni Gaeta
arm. Patrizio Paci
SCTB
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Bollettino della Vittoria
"Un maestro molto noto ha
messo in armonia il Canto del Piave. Il Piave è stato scritto subito dopo la
Guerra, perché la guerra non ha mai dato canti. Dopo hanno esaltato la guerra
con i canti. Questo maestro pianista, arrangiatore e creatore di musica, ne ha
fatto una versione che è quasi pianistica, come una sonata di Chopin."
Bepi De Marzi
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Bollettino della Vittoria
La guerra contro l'Austria - Ungheria che, sotto l'alta guida di sua maestà il Re, duce supremo, l'Esercito Italiano, inferiore per numero e per mezzi, iniziò il 24 maggio 1915 e con fede incrollabile e tenace valore condusse ininterrotta ed asprissima per 41 mesi, è vinta. La gigantesca battaglia ingaggiata il 24 dello scorso ottobre ed alla quale prendevano parte cinquantuno divisioni italiane, tre britanniche, due francesi, una cecoslovacca ed un reggimento americano, contro settantatré divisioni austroungariche, è finita. La fulminea e arditissima avanzata del XXIX Corpo d'Armata su Trento, sbarrando le vie della ritirata alle armate nemiche del Trentino, travolte ad occidente dalle truppe della VII armata e ad oriente da quelle della I, VI e IV, ha determinato ieri lo sfacelo totale della fronte avversaria. Dal Brenta al Torre l'irresistibile slancio della XII, della VIII, della X armata e delle divisioni di cavalleria, ricaccia sempre più indietro il nemico fuggente. Nella pianura, S.A.R. il Duca d'Aosta avanza rapidamente alla testa della sua invitta III armata, anelante di ritornare sulle posizioni da essa già vittoriosamente conquistate, che mai aveva perdute. L'Esercito Austro-Ungarico è annientato: esso ha subito perdite gravissime nell'accanita resistenza dei primi giorni e nell'inseguimento ha perduto quantità ingentissime di materiale di ogni sorta e pressoché per intero i suoi magazzini e i depositi. Ha lasciato finora nelle nostre mani circa trecentomila prigionieri con interi stati maggiori e non meno di cinquemila cannoni. I resti di quello che fu uno dei più potenti eserciti del mondo risalgono in disordine e senza speranza le valli che avevano disceso con orgogliosa sicurezza.
Comando Supremo 4 novembre 1918
Gen. Armando Diaz